
A differenza dei video che si trovano prevalentemente su Youtube e su pochi altri canali, i podcast si trovano su una moltitudine di piattaforme diverse. Quindi prima di tutto è importante distribuirli ovunque, almeno sulle piattaforme principali come Spotify, Apple Podcast e Google Podcast che da sole fanno il grosso degli ascolti. E poi è importante accedere alle statistiche delle varie piattaforme, per avere i dati degli ascolti e capire le abitudini di chi segue il tuo podcast.
Cosa trovi nell'articolo
Le piattaforme per distribuire i podcast
Le piattaforme sulle quali è possibile condividere e ascoltare i podcast si dividono in tre categorie principali:
Piattaforme di Hosting: sono i servizi sui quali puoi caricare fisicamente il tuo podcast, cioè i file audio degli episodi che lo compongono. Le più utilizzate in Italia sono Spreaker e Anchor.
Piattaforme di distribuzione: sono i servizi che permettono di ascoltare i podcast, come Spotify (iOS e Android), Apple Podcast (iOS) e Google Podcast (iOS e Android). Su queste piattaforme non puoi caricare direttamente i file audio del tuo podcast ma solo il feed RSS dello stesso. Il feed RSS del podcast può essere inviato a questi servizi in automatico dalla tua piattaforme di hosting oppure manualmente da te. Ti spiego la differenza tra i due metodi tra qualche paragrafo.
Podcatcher: sono altre applicazioni che permettono di ascoltare i podcast, che aggregano tutti i podcast presenti sul catalogo di Apple Podcasts (iTunes). In automatico, senza il tuo intervento, individuano il feed RSS e lo inseriscono nella loro piattaforma. Ce ne sono a decine, qui te ne segnalo solo alcune: Podcast Addict (Android), Overcast (iOS), Pocket Casts (iOS e Android), CastBox (iOS e Android).
Ogni piattaforma, una volta ricevuto il feed RSS, ha dei tempi di approvazione diversi per aggiungere i podcast nei propri cataloghi, in genere comunque è sufficiente qualche giorno. Lo stesso tempo è necessario anche nel caso tu faccia qualunque modifica al podcast: titolo, copertina, episodi, ecc.
Come si fa a distribuire un podcast: il feed RSS
Dopo aver pubblicato online un podcast è necessario comunicare la sua esistenza alle piattaforme di ascolto, così le persone lo possono trovare nei cataloghi online.
Comunicare che un podcast è online significa inviare alle varie piattaforme il suo feed RSS, che in pratica è un link che contiene tutte le informazioni del podcast: titolo, autore, descrizione, copertina, episodi.
Il feed RSS è un link, univoco per ogni podcast, che viene creato dalle piattaforme di hosting e si aggiorna automaticamente ogni volta che carichi un nuovo episodio, e quindi permette a tutte le piattaforme di distribuzione di rimanere aggiornate sui tuoi contenuti.
Distribuzione manuale e distribuzione automatica: cosa cambia
Gli hosting provider possono distribuire in automatico i podcast che ospitano alle piattaforme di distribuzione. In pratica inviano il feed RSS del podcast al posto tuo. È una soluzione comoda, facile e veloce ma non è la soluzione migliore se vuoi gestire il tuo podcast in maniera efficace.
Con la distribuzione automatica infatti le piattaforme sanno dell’esistenza del podcast ma non sanno che è tuo, di conseguenza ti privi della possibilità di accedere ai dati di ascolto che ognuna di esse mette a disposizione.
Quindi bando alla distribuzione automatica e avanti tutta con la distribuzione manuale!
Statistiche e distribuzione manuale del podcast
Tutte le principali piattaforme di ascolto mettono a disposizione dei podcaster gli strumenti per ottenere i dati di ascolto per la piattaforma stessa.
Per accedere a questi dati è sufficiente creare un account su ogni piattaforma e verificare il tuo podcast tramite l’invio del feed RSS dello stesso. Puoi fare quest’operazione in qualunque momento, anche se hai già inviato il feed RSS in precedenza in automatico tramite la tua piattaforma di hosting.
Statistiche di Spotify, Apple Podcast e Google Podcast
Vediamo in pratica come verificare il podcast sulle principali piattaforme e accedere di conseguenza ai dati di ascolto.
Per ogni piattaforma ti serve registrare un account. Se usi già altri servizi di Google, Apple, e Spotify non ti servirà fare niente, perchè potrai accedere con l’utente che hai registrato in precedenza. Poi segui questi semplici passaggi:
- Vai sulle tre piattaforme ai seguenti indirizzi e accedi con il tuo account:
- Cerca il tuo podcast e inserisci il feed RSS fornito dal tuo hosting
- Invia la richiesta di verifica e rispondi alla mail che ti viene inviata dalla piattaforma
- Aspetta qualche giorno e controlla periodicamente se il tuo podcast ha superato la revisione ed è stato inserito nei cataloghi delle piattaforme.
Se hai più di un podcast devi ripetere questa procedura per ognuno di essi perché ogni podcast ha un feed RSS diverso e univoco.
Con questa semplice procedura permetti a Spotify, Apple e Google di sapere che il podcast è tuo e potrai accedere a dati di ascolto molto più dettagliati.
Le metriche per capire se il tuo podcast funziona
Dopo aver inserito il tuo podcast su tutte le piattaforme, per capire cosa sta funzionando e cosa no è importante leggere e interpretare i dati di ascolto che hai a disposizione.
Se hai un piccolo podcast di nicchia infatti non potrai valutare il suo successo in base al numero degli ascolti totali oppure alla posizione raggiunta dal podcast nelle classifiche. Questi sono parametri significativi per i podcast che fanno grandi ascolti.
Se hai un podcast di nicchia dovrai misurare il suo successo su altri parametri che ti descrivo brevemente qui di seguito.
Sappi che ogni piattaforma presenta i dati in modo diverso e li definisce con una terminilogia propria, ma una volta capito il significato di ognuna di queste informazioni ti sarà facile leggere e interpretare i singoli dati.
La Retention
La retention è il valore che indica i tempi di ascolto medi di un episodio di un podcast e ne misura la performance. Puoi trovarla espressa anche come durata media di riproduzione. Quanto più questo valore percentuale è alto tanto più è alto il gradimento del tuo podcast, e del singolo episodio nello specifico. Una retention alta è segno di un’audience fidelizzata. Decisamente un buon segno!
Le demografiche (età e genere)
Le demografiche forniscono le indicazioni della composizione della tua audience per fasce d’età e per genere degli ascoltatori. Sono fondamentali per capire se stai parlando con il pubblico che avevi deciso di raggiungere o meno.
La Geolocalizzazione (paese)
La provenienza geografica dei tuoi ascoltatori.
I Dispositivi
I dispositivi utilizzati dal tuo pubblico per ascoltare il podcast: Telefono, Tablet, Desktop, Altoparlante smart e le informazioni sui sistemi operativi.
I Followers (iscritti)
Gli utenti che seguono il tuo podcast. Puoi trovarli espressi anche come iscritti oppure abbonati.
Gli ascoltatori unici
È un numero fornito dalla maggior parte degli hosting e indica il numero di ascoltatori unici in rapporto agli ascolti totali.
Con un esempio è facile capire di che cosa si tratta. In pratica se il tuo podcast ha 500 ascolti totali e 5 episodi si possono essere verificate queste due possibilità:
- 100 persone diverse (ascoltatori unici) hanno ascoltato tutti e 5 gli episodi
- 500 persone diverse (ascoltatori unici) hanno ascoltato 1 solo episodio
Anche in questo caso, come per la retention, valgono le considerazioni fatte sulla fidelizzazione, per cui è preferibile avere 100 ascoltatori unici che hanno ascoltato tutti e 5 gli episodi del tuo podcast piuttosto che 500 ascoltatori unici che hanno ascoltato un solo episodio.
Nel primo caso infatti vuol dire che hai creato una relazione continuativa con 100 persone fidelizzate e interessate ai contenuti che pubblichi. Queste persone con ogni probabilità continueranno a seguire anche i tuoi contenuti futuri, di conseguenza il tuo legame con loro diventerà sempre più forte e la probabilità che alcuni di essi diventino tuoi clienti sarà più alta.
Podcast e SEO: ottimizzare il podcast per Google
Per migliorare i tuoi contenuti audio e di conseguenza i tuoi dati di ascolto, puoi utilizzare Google Podcasts Manager anche per ricavare informazioni relative alle parole chiave e agli intenti di ricerca degli ascoltatori.
Google infatti è in grado di decifrare i contenuti audio e quindi di estrapolare le parole chiave del tuo podcast. Di conseguenza indicizza i podcast e li propone tra i risultati delle pagine di ricerca, la SERP, insieme a tutti gli altri contenuti che si trovano online (testi, immagini, video, ecc).
Gli utenti trovano quasi il 40% dei podcast disponibili online in questo modo, tramite chiavi di ricerca legate ai propri interessi.
Gli strumenti SEO di Google Podcast Manager
Nell’ultimo periodo Google ha migliorato gli strumenti messi a disposizione dei podcaster e con le funzionalità di Google Podcasts Manager ti permette di accedere facilmente a preziose informazioni relative al tuo podcast tra cui:
- i dati di ascolto (retention, iscritti, dispositivi, ecc)
- le parole chiave con cui le persone trovano il tuo podcast
- i dati relativi a clic e impressions delle parole chiave
Con l’aiuto di queste informazioni potrai ottimizzare e migliorare il tuo podcast in modo che gli ascoltatori lo trovino più facilmente.
Spero che questa panoramica ti abbia dato degli spunti utili per leggere e interpretare i dati di ascolto del tuo podcast o che ti abbia fornito le informazioni che ti servivano per procurarteli.
Se poi vuoi una mano per il tuo podcast o la comunicazione digitale al contorno, scrivimi!

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La foto in evidenza è mia
Ciao!
Grazie del tuo prezioso articolo. Avrei solo una domanda se sei così gentile da darmi un riscontro:
Ho correttamente caricato il mio podcast su spotify ma non riesco a visualizzare alcuna statistica su spotify for podcaster, com’è possibile?
grazie mille
andrea